Kossiga docet... Scuola, scontri in piazza Navona

venerdì 29 febbraio 2008

Salari, diritti e lavoro sono roba vecchia: la modernità è tornare agli anni '50?

La Sinistra Arcobaleno ha presentato il suo programma di governo e subito si è aperta una forte polemica. Nel mondo politico, nei giornali. Perché? Per il semplice motivo che questo programma è costruito non su frasi fatte e speranze vaghe, ma su proposte, concretissime, che possono portare ad altrettanto concretissime conseguenze: lo spostamento di ricchezza e di diritti dall'alto verso il basso. Cioè l'inversione del processo economico sociale che negli ultimi 20-25 anni ha profondamente trasformato il nostro paese, aumentando in modo spaventoso le differenze economiche e l'ingiustizia sociale, e creando fortissime sacche di povertà. I dati li conoscete ormai tutti: dal 1980 ad oggi lo spostamento di ricchezze dai salari verso i profitti (e le rendite) è stato "ciclopico". Circa la metà delle ricchezze che finivano in salari e stipendi ora finiscono in profitti e rendite. E mentre succedeva questo stravolgimento economico non c'era uno stravolgimento sociale, cioè restava immutato il numero dei salariati (e stipendiati). Il programma del Pd, e quello di Berlusconi, prendono atto di questa situazione ma non propongono nessuna soluzione. Anzi propongono di aiutare gli imprenditori e, in cambio, chiedere loro di stornare una parte dei loro eventuali maggiori introiti ai lavoratori. Tutte le ricette "Veltrusconiane" vanno in quella direzione: aumenti salariali agganciati all'aumento della produttività, manovra fiscale sugli straordinari. Che vuol dire? Semplice: se tu, operaio, lavorerai di più, produrrai di più, farai più straordinari, e in questo modo permetterai al padrone di guadagnare sul tuo lavoro - poniamo - non cento ma centoventi "denari", di questi venti denari in più, due o tre andranno a te. Contento? In questo modo la tendenza ad aumentare ancora il divario tra ricchi e poveri, tra salari e profitto, si rafforza.
Il programma dell'Arcobaleno è l'unico ad andare nel senso opposto. Come? per esempio con due proposte molto serie, e che possono essere realizzate direttamente dal Parlamento e dal governo. Prima proposta, un nuovo meccanismo di indicizzazione dei salari (e cioè, quando aumentano i prezzi automaticamente aumentano anche le buste paga); seconda proposta, salario sociale, che vuol dire protezione dei precari, dei lavoratori molto poveri e dei disoccupati o inoccupati. (Negli articoli che pubblichiamo qui sotto sono spiegate queste due idee).
Perché queste proposte hanno suscitato l'ira funesta (per esempio del «Corriere della Sera», editoriale di De Vico, per esempio di «Repubblica», editoriale di Giannini, e soprattutto della «Stampa», editoriale di ieri di Riccardo Barenghi)? Perché rischiano di aprire davvero una discussione concreta - e non parole al vento e promessucce fiscali - sulla grande questione salariale e dell'equità sociale.
Qual è l'accusa che viene rivolta alla sinistra (che loro chiamano radicale, ma francamente queste due proposte sono assolutamente riformiste, e probabilmente piacerebbero parecchio, ad esempio, a Filippo Turati e forse a Pietro Nenni...)? Di essere retrò. Vecchia. Riccardo Barenghi, ieri, sulla «Stampa», è molto esplicito: tornano i comunisti, tornano le proposte di 25 anni fa, torna la scala mobile: ohi noi ohi noi!!!
Davvero proporre il rilancio di una politica dei diritti (che sicuramente ebbe il suo apice nelle lotte operaie e sociali degli anni '60 e '70, guidate dai comunisti, dai socialisti e dalla dottrina sociale cristiana), è una grande arretratezza? E davvero, invece, è modernità, proporre un modello di relazioni industriali simili a quello che negli anni '50 era stato imposto dalla Fiat del mitico presidente Vittorio Valletta, che quasi aveva abolito i sindacati e che impose feroci politiche di contenimento dei salari? Non riesco a capire secondo quale ragionamento i cupi anni '50 (che piacciono al Pd e a Berlusconi, e ai grandi giornali, e a Confindustria e , immagino, anche alla Chiesa di Ratzinger), siano così moderni e gioiosi. Mi viene il dubbio che se qualcuno di noi dovesse dire "libertà, fraternità e uguaglianza", qualcun altro gli risponderebbe: «Sei un vecchio rincoglionito che guarda ancora al Settecento... Possibile che non capisci che ormai è il tempo del Re Sole?»

Piero Sansonetti - "Liberazione" del 29 febbraio 2008

giovedì 28 febbraio 2008

Il programma della Sinistra Arcobaleno

1. Dignità e diritti nel lavoro: la sicurezza
Ogni giorno in Italia muoiono in media 4 persone mentre lavorano. Grazie a una legge voluta dal Governo Berlusconi si può lavorare anche 13 o 14 ore al giorno e spesso per lavorare occorre rinunciare ai propri diritti. Siamo arrivati al paradosso che il lavoro è pagato a prezzi orientali e le merci così prodotte vengono vendute a prezzi occidentali.
La Sinistra l’Arcobaleno propone: una legge che fissi la durata massima del lavoro giornaliero in 8 ore e in 2 ore la durata massima degli straordinari; l’immediata approvazione dei decreti attuativi del Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro e quindi più controlli e più certezza e severità delle pene per le imprese che trasgrediscono le norme.

2. Dignità e diritti nel lavoro: lotta alla precarietà
I lavoratori e le lavoratrici precarie nel nostro Paese sono oltre 4 milioni. È precarietà di vita, non solo di lavoro. La Sinistra l’Arcobaleno propone di superare la legge 30 e di affermare il contratto a tempo pieno e indeterminato come forma ordinaria del rapporto di lavoro; di rafforzare la tutela dell’articolo 18 contro i licenziamenti ingiustificati; di cancellare dall’ordinamento le forme di lavoro co.co.co, co.co.pro e le false partite IVA.

3. Dignità e diritti nel lavoro: salari, fisco e redistribuzione del reddito
Nel 2003 ai lavoratori toccava il 48,9% del reddito prodotto nel Paese, nel 1972 era il 59,2%. Oggi la quota dei redditi da lavoro dipendente è ulteriormente diminuita. Secondo i dati della Banca d’Italia, dal 2000 al 2006 prezzi e tariffe sono notevolmente aumentati e i salari sono rimasti invariati. La Sinistra l’Arcobaleno vuole fissare per legge il salario orario minimo per garantire una retribuzione mensile netta di almeno 1000 euro; propone un meccanismo di recupero automatico annuale dell’inflazione reale; propone di elevare le detrazioni fiscali per i lavoratori dipendenti. La Sinistra l’Arcobaleno vuole introdurre, come avviene in tutta Europa, un reddito sociale per i giovani in cerca di occupazione e per i disoccupati di lungo periodo, costituito da erogazioni monetarie e da un pacchetto di beni e servizi. La Sinistra l’Arcobaleno propone di diminuire il prelievo fiscale per i redditi più bassi portandoli dal 23 al 20%, contemporaneamente di aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie al 20%, di redistribuire il reddito ai lavoratori e alle lavoratrici attuando immediatamente quanto previsto dalla Finanziaria di quest’anno, che destina loro tutto l’extragettito maturato.

4. Laicità: lo spazio di libertà per tutti
Nei Paesi europei più avanzati, e non solo in Europa, i fondamentali diritti della persona sono tutelati e garantiti da una legislazione che ne salvaguarda la sfera personale, nel rispetto della libertà di scelta di ciascuna e di ciascuno. Da noi non è così. La Sinistra l’Arcobaleno afferma l’uguaglianza sostanziale dei diritti delle persone omosessuali e propone il riconoscimento pubblico delle unioni civili. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene che ognuna e ognuno abbia il diritto di decidere del proprio corpo e della propria vita e propone una legge sul testamento biologico.

5. Libertà e autodeterminazione femminile
Nemmeno negli anni ’70 l’attacco alla libertà delle donne è stato tanto feroce; addirittura c’è chi propone una moratoria contro l’aborto chiamando “assassine” le donne. La Sinistra l’Arcobaleno propone interventi affinché la legge 194 sia applicata estendendo in tutto il Paese la rete dei consultori e introducendo in via definitiva la pillola RU 486 come tecnica non chirurgica di intervento che può essere scelta dalle donne; una nuova legge sulla fecondazione assistita per eliminare gli ingiusti divieti della legge 40, lesivi della libertà di scelta delle donne e del diritto costituzionale alla tutela della salute; una norma che persegua tutte le forme di discriminazione basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.

6. La pace, il disarmo
L’Italia è al 32° posto per la ricerca scientifica e al 7° posto nella classifica mondiale delle spese in armamenti. Con i soldi spesi per comprare un solo caccia Euro Fighter si potrebbero costruire 100 asili. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene che vada pienamente attuato l’art. 11 della Costituzione. L’Italia non deve più partecipare a missioni al di fuori del comando politico e militare delle Nazioni Unite. Vanno tagliate le spese per gli armamenti ed avviata la riconversione dell’industria bellica applicando la legge 185. Vogliamo una legge per la messa al bando delle armi nucleari dal nostro Paese. Siamo contrari alla costruzione della nuova base militare a Vicenza ed è necessaria una Conferenza nazionale sulle servitù militari per rimettere in discussione tutte le basi della guerra preventiva presenti sul nostro territorio. Serve una nuova legge sulla cooperazione allo sviluppo.

7. Proteggere il pianeta: un Patto per il clima
Contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici è fondamentale per garantire una speranza di futuro all’umanità: senza adeguate misure ci saranno rischi certi per la salute e l’ambiente. La Sinistra l’Arcobaleno rifiuta il nucleare e propone che entro il 2020 si superi il 20% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e che le emissioni siano ridotte del 20%; un grande investimento pubblico in pannelli solari su tutti i tetti delle case e degli edifici pubblici. L’acqua è un bene comune e come tale deve essere pubblico. La Sinistra l’Arcobaleno propone la ripubblicizzazione dei servizi idrici, una legge quadro sul governo del suolo e l’inasprimento delle pene contro i reati ambientali e le ecomafie.

8. Le “Grandi Opere” di cui il Paese ha bisogno
Sono necessari grandi investimenti per una diversa qualità dello sviluppo e una buona occupazione. Queste sono le nostre “Grandi Opere”: messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e da quello idrogeologico; investimenti per migliorare i servizi di trasporto per i pendolari e la mobilità nelle città con nuove metropolitane, linee tramviarie e mezzi a energia pulita. Nei prossimi 5 anni 1000 treni per i pendolari. Vanno abbandonati progetti inutili e dannosi come il Ponte sullo Stretto, il Mose a Venezia, la TAV in Val di Susa, a favore di interventi su nodi ferroviari urbani, infrastrutture ferroviarie nel Mezzogiorno e potenziamento dei valichi alpini. Investimenti sul trasporto merci su rotaia e sulle autostrade del mare. Riduzione della produzione dei rifiuti, forti investimenti nella raccolta differenziata, misure concrete per il riciclaggio, impiego delle tecnologie più moderne ed avanzate.

9. Il diritto alla salute e le politiche sociali, indice di civiltà
L’Italia destina alla spesa sociale solo il 2,7% del PIL. In Germania, ad esempio, alla spesa sociale viene destinato l’8,3%. Il fallimento e la crisi dei sistemi che hanno introdotto il mercato nella sanità sono la dimostrazione ulteriore che solo il sistema sanitario pubblico e universalistico può dare risposte al bisogno di salute. La Sinistra l’Arcobaleno propone di adeguare il fondo sanitario nazionale al livello europeo, superare definitivamente i Ticket e le liste di attesa, inserire le cure odontoiatriche nei livelli essenziali del sistema sanitario. La Sinistra l’Arcobaleno propone una legge sulla non autosufficienza finanziando un fondo nazionale per almeno 1,5 miliardi di euro, l’aumento del fondo nazionale per le politiche sociali e l’indicazione di livelli essenziali delle prestazioni per eliminare la divaricazione fra regioni ricche e povere. La Sinistra l’Arcobaleno lancia un piano di asili come cardine della rete dei servizi per le bambine e i bambini.

10. La casa è un diritto, non una merce
Dopo un ventennio di politiche di privatizzazione e deregolamentazione del mercato delle locazioni, il costo degli affitti raggiunge oggi il 50% del reddito e anche più e gli sfratti di chi non ce la fa a pagare i canoni sono diventati il 70% del totale. L’Italia spende per la politica sociale della casa un decimo dell’Europa. La Sinistra l’Arcobaleno afferma che non ci possano essere sfratti se non da casa a casa, propone un piano nazionale per l’edilizia sociale a cui destinare 1,5 miliardi di euro, che porti l’Italia al livello europeo, modificare la legge 431/98, abolendo il canale libero. Vogliamo costituire un fondo a sostegno della ricontrattazione dei mutui di chi ha acquistato la prima casa e rischia di perdere l’alloggio ed eliminare l’ICI sulla prima casa non di lusso per i redditi medio-bassi.

11. Convivenza, inclusione, cittadinanza
Gli immigrati in Italia sono quasi 4 milioni, incidono per il 6,1% sul PIL, pagano quasi 1,87 miliardi di euro di tasse. Sono lavoratrici e lavoratori indispensabili per la nostra società, ma sono esclusi dall’accesso a molti diritti. La normativa attuale impedisce l’ingresso legale nel nostro Paese, creando clandestinità e sottoponendo donne e uomini migranti ad una condizione di sfruttamento e precarietà estrema. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene indispensabile l’abolizione della legge Bossi-Fini, e l’approvazione di una nuova normativa che introduca l’ingresso per ricerca di lavoro, meccanismi di regolarizzazione permanente, il diritto di voto alle elezioni amministrative, la chiusura dei CPT, una legge sulla cittadinanza sulla base del principio dello jus soli.

12. Istruzione, formazione, università e ricerca: le vere risorse per il futuro
Gli iscritti e le iscritte alla scuola italiana di ogni ordine e grado sono 7.742.294, le risorse destinate all’istruzione e la formazione sono pari al 3,5% del PIL e non aumentano da molti anni. Nel nostro Paese gli investimenti in università e ricerca rappresentano l’1,1% del PIL contro l’1,87% dell’Europa a 25, il 2,7% degli USA, il 3,15% del Giappone. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene la laicità della scuola pubblica fondamentale a partire dal rispetto rigoroso del principio che le scuole private sono libere, ma senza oneri a carico dello Stato. La Sinistra l’Arcobaleno propone la generalizzazione della scuola dell’infanzia, l’estensione del tempo pieno e prolungato, l’innalzamento dell’obbligo scolastico da fare nella scuola e da portare progressivamente a 18 anni; la valorizzazione del ruolo dell’insegnante come intellettuale educatore. La Sinistra l’Arcobaleno propone di aumentare l’investimento pubblico in alta formazione e ricerca, nel corso della prossima legislatura, per raggiungere la media dei paesi OCSE; di rinnovare il sistema università e ricerca, anche con il reclutamento di 3000 giovani ricercatori l’anno per i prossimi 5 anni; di estendere il diritto allo studio elevando a 20.000 euro il limite di reddito per aver diritto alla borsa di studio.

13. Tagliare i privilegi, difendere la democrazia
La questione dei costi della politica non può essere separata dalla condizione generale del Paese: crescono le diseguaglianze e crescono i privilegi. E crescono anche gli intrecci tra affari e politica a partire dalle regioni meridionali ma non solo. La Sinistra l’Arcobaleno propone la riduzione del numero di parlamentari e di consiglieri regionali. La retribuzione dei parlamentari italiani non deve essere superiore alla retribuzione media dei parlamentari degli altri Paesi europei. È necessaria una legge che sottragga ai partiti le nomine, nella Sanità come negli altri settori pubblici, che stabilisca criteri che le Amministrazioni devono rispettare per garantire l’interesse pubblico e i principi del merito.

14. Una informazione libera, pluralista, democratica
L’Italia in questi anni è stata messa più volte sotto accusa dall’Unione Europea per carenza di pluralismo nell’informazione. Secondo l’ultimo rapporto USA sulla libertà di stampa, il nostro Paese occupa il 61° posto. La Sinistra l’Arcobaleno propone l’abrogazione della “Legge Gasparri” e l’approvazione di una vera legge di sistema che imponga tetti antitrust e impedisca posizioni dominanti nelle comunicazioni e nell’industria culturale. È assolutamente indispensabile approvare una vera legge sul conflitto di interessi.

venerdì 15 febbraio 2008

PROPOSTE POLITICHE DA INSERIRE NELLA PREVISIONE DI SPESA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SESSA A.(CE) PER L’ANNO 2008

Il circolo di Rifondazione Comunista con i Verdi per la Pace e la Sinistra Democratica, hanno contribuito sin dall’inizio alla stesura del programma elettorale della coalizione che governa la nostra città.

Oggi, con il contributo aggiunto del PdCI, associazioni e società civile, vogliono contribuire fattivamente a dare sostegno a questa amministrazione, sottoponendo, all’ attenzione della stessa, un articolato contributo di idee, tese a promuovere lo sviluppo sociale ed economico del territorio.

Preso atto che finalmente sono stati stanziati dal Governo centrale i fondi per il ristoro della centrale nucleare del Garigliano ricadente nel nostro territorio comunale, considerato che la cifra ammonta all’incirca a € 3.600.000,00 (al netto) e,tenuto conto che tale cifra è l’indennizzo per il ristoro degli anni 2005 , 2006 e 2007 e, considerata l’imminente scadenza, per la presentazione ai capo-settori
del proprio Comune ( Sessa Aurunca - CE ), delle proposte di spesa da inserire nella previsione di bilancio per l’anno 2008 e ritenendo necessario il perseguire del programma elettorale presentato dalla coalizione di centro-sinistra ai propri elettori, con il quale si è portato alla guida della città appoggiando la candidatura a Sindaco del Dott. LUCIANO DI MEO

PERTANTO

le forze de “LA SINISTRA-ARCOBALENO” chiedono all’amministrazione che tale cifra venga messa totalmente a disposizione per interventi mirati e finalizzati a :

1) Risolvere la crisi occupazionale che attanaglia il nostro territorio ormai da anni:

- Bandire corsi di formazione professionali mirati, finalizzati alla creazione e gestione d’impresa;

- Prestito d’ onore per lo sviluppo d’ impresa rivolto a nuove Cooperative sociali e/o nuove Ditte Individuali (cooperative di produzione lavoro- cooperative agricole- cooperative sociali – cooperative per la promozione del turismo - cooperativa di artigiani - cooperative per il trasporto ecc.) mediante finanziamenti da erogare per tipologia e validità progetti;

2) Avviare studi di settore ed attuare piani alternativi per la tutela dell’ambiente e per reperire fonti di energia alternativa:
- Portare a termine il piano di raccolta differenziata, porta a porta, nel nostro comune ( in tutto il territorio comunale, quindi frazioni comprese) e premiare i cittadini più virtuosi;
- Avviare studi di settore per la eventuale collocazione sul nostro territorio comunale, nelle aree industriali dismesse e con attigui capannoni, di un impianto di compostaggio o dissociatore molecolare o altri impianti che abbiano impatto ambientale possibilmente vicino allo 0 (DISSOCIATORE MOLECOLARE - vedi scheda tecnica);
- Riduzione o totale abbattimento della TARSU;
- Energie alternative: si ritiene utile e vantaggioso che sugli immobili di proprietà comunale si adottino accorgimenti per il risparmio di energia elettrica, come l’ uso dei pannelli solari,usufruendo a tal fine risorse provinciali, regionali, statali ed europei;
- Impianto di geotermia. Studio di fattibilità per un impianto geotermico e realizzazione dello stesso;

3) Destinare una parte dei fondi del ristoro ai fini sociali:

- Riduzione delle imposte comunali alle fasce deboli ( famiglie a basso reddito, portatori di handicap, anziani, ecc.);

- Redistribuzione delle risorse ai fini sociali : formulare agevolazioni e aiuti per la spesa sanitaria, trasporto locale, diritto allo studio, ecc.;

- Interventi sociali avanzati (assistenza a domicilio per anziani, diversamente abili, dialisi ecc.) che possono essere addottati anche in maniera sperimentale;

4) Riorganizzare il settore turistico:

- Turismo balneare ( Baia Domizia);

- Turismo artistico-culturale (valorizzazione e manutenzione dei monumenti presenti sul territorio, potenziare la valorizzazione e promozione dei prodotti tipici e delle tradizioni locali;

- Turismo termale ( redigere un piano di sviluppo termale nella zona bassa delle toraglie adiacente il fiume Garigliano );

- Turismo montano.

Tali proposte seguono le indicazioni del programma elettorale sottoscritto dalle forze politiche presenti in amministrazione. Siamo quindi fiduciosi in una celere e positiva valutazioni delle proposte sopra elencate e la piena disponibilità a collaborare in tal senso.

mercoledì 13 febbraio 2008

Il grande inciucio

Berlusconi e Veltroni uniti nella lotta per riconfermare il dominio di finanza, industria e vaticano sull'Italia. Non ci facciamo fregare: per difendere ambiente, lavoro e diritti c'è bisogno di una sinistra unita e plurale
La scelta da parte dei poteri forti (banche, confindustria, gerarchie vaticane) di interrompere il lavoro del Governo Prodi, proprio nel momento in cui poteva aprirsi la stagione del risarcimento sociale e dei diritti, con la detassazione dei salari e la tassazione delle rendite finanziarie, sta proiettando la sua logica sulla costruzione di questa campagna elettorale. Partito Democratico e Popolo delle Libertà sono entrambi facce di una medesima strategia e si uniscono nell'inciucio con l'obiettivo comune di ridurre al silenzio la sinistra che intende ancora rappresentare autonomamente le ragioni dei lavoratori, dei pensionati, degli studenti, delle donne, delle comunità. Per questo utilizzeranno le armi del clientelismo e quelli della convinzione, parleranno entrambi all'unisono del voto utile, chiesto ufficialmente l'uno per sconfiggere l'altro, ma in realtà per ridurre la democrazia a simulacro dentro cui ricomporre le contraddizioni tra le classi dirigenti e proprietarie di questo paese, escludendo le classi subalterne.
E' un tentativo possente e per la sinistra la situazione diventa estremamente complessa e precipita verso un bivio: o la costruzione di un polo autonomo, ambientalista e di classe, legato cioè alle comunità territoriali e al mondo del lavoro, oppure la dissolvenza delle forme organizzate. E dentro questa alternativa netta c'è un ulteriore rischio: che, per fare in fretta, si butti via il bambino con l'acqua sporca e che si cancelli simbolicamente la storia delle lotte ambientali e del lavoro. La falce ed il martello sono un simbolo importante, non tanto per l'identità politica, ma per la carica alternativa e di antagonismo che esprime. Così come i simboli dell'ambientalismo e della democrazia. Smontare per via simbolica il tessuto militante sarebbe un errore simmetrico a quello opposto delle tentazioni settarie o del reducismo, che finirebbero per dividerci, rendere debole, inutile e marginale la presenza delle forze di sinistra. Bisogna al contrario unire dal basso gli attivisti, con un vero processo costituente, partecipato e democratico, per un soggetto unitario e plurale, che non soffochi identità e pratiche politiche.
Dobbiamo fare subito una federazione, insomma, che sia l'espressione di una unità vera e non la riproduzione stanca di un interpartitico dove contano solo i segretari ai vari livelli: per la sfida grande che abbiamo davanti sarebbe davvero insufficiente. C'è bisogno di chiarezza sui temi della laicità dello Stato e dei diritti civili (dai Pacs-Dico alla legge Bossi-Fini) su cui Veltroni tace, sui temi del salario, su cui Veltroni imbroglia (parla di più salari e meno tasse, ma se vuole ridurre, come dice, le tasse al profitto e alla rendita finanziaria. allora non ci saranno risorse per i salari), sui temi del risanamento ambientale, sui cui Veltroni mischia le carte (l'ultimo è il colpo di mano sui CIP6), sui temi della pace, su cui Veltroni è allineato agli americani che di pace (eterna) degli altri se ne intendono.
Bisogna offrire protagonismo ad una nuova soggettività politica: a partire dai lavoratori, abbandonati, strumentalizzati, presi in giro dal partito di Berlusconi e da quello di Veltroni, entrambi subalterni alle medesime logiche di confindustria. A partire dalle lotte delle comunità a difesa del territorio devastato dalle politiche neo-liberiste praticate da centro destra e, anche dal centro sinistra, come è evidente qui in Campania; a partire dagli studenti, dai pensionati, dalle donne.
In altri termini la Sinistra Arcobaleno, quella che chiamano la “cosa rossa”, deve immediatamente aprirsi, includere le rappresentanze sociali e quelle intelligenze che la sinistra, anche quella moderata, ha prodotto e che oggi sono emarginate dallo spostamento al centro del partito democratico, dalla sua fisionomia piegata agli interessi delle grandi lobbies finanziarie e industriali, dal profilo locale, quasi sempre baronale e clientelare. Nei luoghi dove il livello di degenerazione raggiunto dal partito democratico è irrecuperabile bisogna avere il coraggio di dichiararlo con chiarezza e di lavorare ad aggregare intelligenze e forze democratiche e di progresso per costruire una prospettiva ed un orizzonte di alternativa. Su questo ci possono essere ancora timidezze nei partiti, spesso influenzati dalle collocazioni all'interno di maggioranze amministrative: bisogna essere determinati e allo stesso tempo comprensivi, evitando di rompere sulle scelte immediate che ancora risentono del ciclo politico che si è appena chiuso, facendo insieme le cose che è possibile fare insieme e però, delineando insieme un giudizio ed una prospettiva. E dove è necessario essere e costruire l'alternativa al sistema di potere del PD.
Per farlo bisogna cogliere l'occasione di questa drammatica urgenza e con coraggio aprire la fase del tesseramento: non per gli iscritti ai partiti promotori, che sono automaticamente iscritti anche alla Sinistra Arcobaleno, ma per quelli che non hanno tessera e che però sono la gran parte del popolo della sinistra, quelli che hanno segnato con un milione di NO il referendum sull'welfare e che 10 giorni dopo hanno fatto grande la manifestazione di Roma del 20 ottobre.
Una campagna di adesione che sia promossa da comitati provvisori “aperti”, costituiti da rappresentanti dei partiti promotori, ma anche da individualità non legate ai partiti. Bisogna fare uno sforzo affinché questo percorso si articoli in tante assemblee territoriali, comunali o intercomunali, in cui si prendano in esame le carte costituenti (la bozza di statuto, la dichiarazione di intenti, la carta programmatica) e si discutano, si cambino, infine si approvino. E in cui si eleggano i delegati, su scheda bianca e voto segreto, a prescindere dalle appartenenze.
La grande assemblea che prevediamo di fare il 21 e 22 di marzo con l'inizio della primavera sarà, come è del tutto evidente, anche un evento elettorale. Ma deve restare necessariamente anche la riunione degli Stati Generali della Sinistra Arcobaleno, che nel fare concretamente il proprio dovere nella battaglia elettorale, fa nascere il nuovo soggetto unitario e plurale, polo autonomo della sinistra pacifista, ambientalista, di classe e di movimento.

lunedì 11 febbraio 2008

Per un soggetto unitario e plurale adesso.

Appello ai Segretari Nazionali di Sinistra Democratica, Rifondazione Comunista, Verdi, Comunisti Italiani.

La crisi politica apertasi con il voto di sfiducia al Senato della Repubblica apre una fase completamente nuova della vita politica del Paese. Non finisce solo un governo, né una maggioranza, ma si ridefiniscono tutti i termini lungo i quali si era finora dipanata la transizione politico-istituzionale iniziata tra il 1992 e il 1994. Le modalità con le quali si è giunti alla disarticolazione dell’Unione, rendono evidenti, infatti, sia la tentazione all’autosufficienza che permea il progetto del Partito Democratico, sia la sua illusione di poter imporre il bipartitismo, con l’eventuale sostegno di Forza Italia.
Contro questa prospettiva che nega alla radice la possibilità di un’autonomia ideale, politica e organizzativa della sinistra italiana, che consegna inevitabilmente alla destre il destino del Paese per molte delle prossime legislature, riteniamo più che mai opportuno non fermare, ma anzi rilanciare il processo per una sinistra unitaria e plurale, ponendoci immediatamente l’obiettivo di costruire una lista comune in vista delle prossime elezioni politiche. Riteniamo che questa decisione sia un passaggio obbligato: per dare continuità all’iniziativa federativa apertasi a Roma nello scorso dicembre, ma anche per allargarne i confini a tutte le forze di progresso, da quelle di ispirazione socialista, fino a quelle ambientalista e comunista, con l’ambizione — inoltre — di incrociare, attrarre, rappresentare le tante culture critiche, i soggetti associativi, i movimenti che animano la società italiana.
È giunto il momento, di uscire da se stessi, di mettere in campo un nuova partenza; di farlo con coraggio e volontà di contaminare le nostre diverse tradizioni, per rifondare le ragioni della liberazione umana, coniugando i valori di un nuovo umanesimo socialista, pacifista e ambientalista.
Non abbiamo piccole, esangui rendite di posizione, insignificanti nicchie da difendere. Abbiamo, invece, ancora l’ambizione di poter cambiare alla radice i rapporti tra gli uomini, le donne e il vivente non umano. Per farlo, però, è necessario avere il coraggio di affrontare un viaggio difficile e pericoloso, abbandonando cautele e riserve. Certo correndo il rischio di naufragare, ma anche quello di poter scoprire un nuovo mondo, nominandolo con le parole della libertà e dell’eguaglianza sociale.
Crediamo che sia una sfida che valga la pena di raccogliere, ad iniziare dalla prossima prova elettorale.

Primi firmatari
Giosué Bove (segr. prov. PRC)
Maria Carmela Caiola (assessore prov.le Caserta – Verdi – Sinistra Arcobaleno)
Gianni Cerchia (esecutivo prov.le Caserta Sinistra Democratica)
Giacomo De Angelis (Parlamentare PdCI)
Luca De Rosa (resp. Amiente e Territorio, segr. reg.le PdCI Campania)
Giuseppe Di Gregorio (segr. prov.le Caserta Sinistra Democratica)
Enzo Falco (segr. prov.le Caserta Verdi)
Mario Fusco (capogruppo Sinistra Democratica Mondragone - CE-)
Biagio Napolano (coordinamento prov.le Sinistra Democratica)
Francesco Nigro (segr. prov.le Caserta PdCI)
Amilcare Nozzolillo (consigliere prov.le Caserta PRC – Sinistra Arcobaleno)
Enzo Mataluna (consigliere prov.le Caserta PRC – Sinistra Arcobaleno)
Enrico Milani (assessore prov.le PRC- Sinistra Arcobaleno)
Angelo Papadimitra (segreteria CGIL Caserta)

a lunedì, febbraio 04, 2008