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martedì 16 ottobre 2007

20 ottobre, Revelli: «Ora dobbiamo essere il doppio»

«Non metto in discussione il risultato ma l’assenza dei meccanismi, del sistema di garanzia, par condicio del pluralismo delle posizioni, certificazione corretta per tutte le procedure di voto e per le modalità di voto fuori dai luoghi di lavoro: l’immagine di un mondo del lavoro soddisfatto, felice e contento non è reale ma solo virtuale, per cui il 20 ottobre bisogna raddoppiare le presenze in piazza». Così oggi Marco Revelli all’agenzia Agi.
Secondo Revelli, «la manifestazione del 20 ottobre è un bagno di realtà, è l’occasione per migliaia e migliaia di persone di incontrarsi, scambiarsi le proprie esperienze, per dar voce, insomma, ad un’Italia, in carne ed ossa, che non ci sta».
«Il risultato della consultazione sindacale sul welfare non è–spiega Revelli–in discussione, non ipotizzo brogli, ma rilevo che vi è stata una sottovalutazione dell’importanza delle garanzie sia formali che sostanziali nella consultazione: è stata persa una grande occasione per far pronunciare in maniera ineccepibile e trasparente i diretti interessati. A lasciar perplessi e dubbiosi è stata l’assenza dei meccanismi di garanzia sul pluralismo di posizioni, su controlli rigorosi ai seggi itineranti e fuori dei luoghi di lavoro, la non presenza della stampa alle assemblee, la certificazione delle procedure di voto».
«E’ difficile adesso migliorare quell’accordo–avverte Revelli–visto il gran consenso: si dira’ che il mondo del lavoro è soddisfatto e che va tutto bene mentre cosi’ non e’». Ed ecco il guaio allora. «Mi preoccupa l’uso politico che di questo risultato si fa e si farà: si tenterà come si sta già facendo di far passare un’immagine patinata e che non corrisponde alla realtà di un mondo del lavoro soddisfatto. Supposto che l’accordo sia il migliore possibile è pur sempre una briciola rispetto a quanto da 20 anni in qua il mondo del lavoro ha perso». Ed il risultato plebiscitario finira’ per complicare, rendere piu’ difficile il lavoro al sindacato? «Sì, con un risultato cosi’ il sindacato rischia di segare il ramo su cui e’ seduto», risponde Revelli, nel senso che «gli sarà difficile ottenere miglioramenti, perché i lavoratori stanno bene, sono soddisfatti».
E invece le cose vanno diversamente. «Il 20 bisogna–precisa Revelli–esser in piazza il doppio di quelli previsti: e’ quella la grande occasione per migliaia e migliaia di persone di stare insieme, incontrarsi, per prender la parola e dire del proprio disagio: e’ il momento di una molteplicita’ di sentimenti, di una ‘altra’ Italia che non ci sta, che non e’ soddisfatta di un anno e mezzo del governo e lo dice pubblicamente e apertamente: è un bagno di realtà, è la dimensione reale del paese e non quella mediatica e virtuale».

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