La crisi dell’attuale giunta aurunca è sotto gli occhi di tutti.
Le voci rincorrono la piazza è non è più la piazza stessa a rincorrere le notizie che arrivano, magnanimamente cospicue, dal “palazzo”. I più disparati comunicati, ufficiali e ufficiosi, sono oramai all’ordine del giorno e tutti ne attendiamo di nuovi per tentare di capire, spesso decrittandoli, ciò che realmente stia succedendo ad un’amministrazione che, almeno teoricamente, sembra ancora troppo giovane per dare segni di cedimento così notevoli o se non addirittura dare segnali di definitivo tracollo.
Anche noi, lo confessiamo, cerchiamo con notevole difficoltà di capire cosa realmente stia succedendo, quali siano le motivazioni rapportabili ad una così evidente crisi. Anche noi cerchiamo, andando a spulciare nei migliori manuali politici ed amministrativi, di dare un senso ad un paventato fallimento (diciamocelo chiaramente) che, almeno in teoria, non dovrebbe essere nemmeno lontanamente considerato.
Così ecco che qualche risposta, sempre caratterizzata dalle nostre modestissime capacità di analisi, iniziamo a darcela.
Gran parte, sia chiaro, non tutto, di ciò che è oramai fin troppo palese agli occhi dei cittadini sessani, a nostro avviso, si ricollega e quel “grande” ed “innovativo” progetto che è venuto alla luce da non più di due anni. Quel progetto che doveva guidare la rivoluzione cultural-politica italiana, introducendo il nostro Paese Italia nell’annuario delle grandi democrazie. Quel roboante pensiero che si faceva guida del nuovo mondo politico, della fine dell’instabilità e delle logiche del compromesso, dell’oramai famosissimo e strombazzatissimo NUOVO CHE AVANZA… questo progetto, come voi che avete la pazienza di leggerci avrete già intuito, è il Partito Democratico…
In tanti, guidati da paziente buona fede, hanno pensato che realmente l’idea veltroniana potesse essere foriera di positive novità e, soprattutto, di un rimboccarsi le maniche come motto costituente. Così, però, sembra non essere stato.
Ci siamo drammaticamente resi conto che ogni piccola e grande bega nata all’interno dell’attuale maggioranza, è legittima figlia di un totale sfaldamento. E, badate bene, non tra il rappresentante ed il rappresentato, ma, troppo spesso, esclusivamente tra i componenti dello stesso gruppo politico e consiliare.
Ad ora non ci giungono notizie di sane prese di posizione maturate a seguito di un allontanamento della maggioranza dalle linee di programma che essa stessa si era data in fase elettorale, ma giungono a noi, ed a tutti, purissime ed, anche qui consentitecelo, esecrabili motivazioni di mero stampo personalistico. Ognuno, anche se facente parte dello stesso partito (è possibile usare ancora questo termine?), vuole essere “visibile” alla collettività e non funzionalmente ad una sua idea di sviluppo socio-politico, ma esclusivamente perché la filosofia vigente è: …un qualsiasi incarico non deve essere negato a nessuno e quindi perché a me?...
Ci si preoccupa se non riusciamo a far partire la raccolta differenziata?; ci si preoccupa se l’occupazione nelle nostre terre è sempre più una lontanissima chimera?; ci si preoccupa se riparte una demenziale campagna pro nucleare?; ci si preoccupa se un enorme patrimonio come il centro storico di Sessa è sempre più in degrado?; ci si preoccupa se il famoso ristoro dell’ENEL per la nucleare del Garigliano sia investito con i giusti criteri?; ci si preoccupa se la piccola impresa aurunca è divenuta qualcosa di squisitamente metafisico?; ….
Assolutamente no, in fondo sono quisquilie, bazzecole e, forse sarebbe meglio dire ed ammettere, pure tematiche da tirare fuori in campagna elettorale…
A questo punto, come Rifondazione Comunista, ci siamo permessi di suggerire al Sindaco Di Meo, convintissimi della sua onestà intellettuale, politica e morale, nonché una primaria vittima di questo degrado politico, che la strada che finalmente ha deciso di seguire sia fondamentalmente giusta. Tale strada è quella dell’ultimo tentativo possibile, dell’ultima occasione da offrire ai rappresentanti eletti ed agli amministrati, quella, cioè, di un azzeramento totale dell’amministrazione. Un azzeramento che abbia come presupposto fondamentale la nascita di una nuova giunta dalle spiccate e provate capacità amministrative e dalle indiscutibili conoscenze settoriali.
Da sempre siamo convinti assertori della profonda utilità dei partiti in una democrazia che voglia realmente essere tale. Tutti i partiti, però, devono sempre avere prioritaria l’idea principe del bene collettivo, e per fare ciò, bisogna umilmente contribuire e non pretendere senza dare, presupponendo arrogantemente, inoltre, che un qualsiasi nome sia buono per tutte le stagioni, che chiunque all’interno delle nostre fila possa essere dotato dell’onniscienza come qualità divina…
Siamo certi che il sindaco sia l’unico ancora in grado di individuare queste particolarità e queste capacità, magari non allontanandosi dalle varie matrici politiche e partitiche (se proprio è impossibile trovarle in loco, allontanandosi anche di qualche chilometro), che possano far ripartire con serietà la macchina amministrativa… e se poi in consiglio comunale qualcuno vorrà non accettare tale ultima opportunità, se ne faccia carico di fronte al suo e ed al non suo elettorato…
Kossiga docet... Scuola, scontri in piazza Navona
giovedì 12 giugno 2008
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3 commenti:
"Città dolente" o "Città morta"?
Caro Silviuccio,
condivido le tue riflessioni sull'attuale situazione socio-politica a Sessa, nel tuo articolo avrei sintetizzato la parte iniziale per sottolineare di più l'analisi della situazione e l'invito-augurio rivolto al Sindaco di avere il coraggio, la lungimiranza e la forza di riorganizzare il governo della città facendosi guidare, nella scelta degli assessori, solo dalla finalità di realizzare "le promesse fatte ai cittadini" e "il programma votato" dai cittadini. Gli assessori devono essere servitori del programma e della città e non autoreferenziali. Ma quale speranza in un ambiente politico e sociale ridotto a pura "mucillagine"?
Sono d'accordo su tutto o quasi quello che hai scritto ,caro Silviuccio,a proposito della crisi in Comune.
Tuttavia, ritengo che il problema di fondo è politico in senso stretto solo parzialmente poichè ciò che drammaticamnete manca è la qualità del personale politico,la cultura amministrativa,l'abnegazione all'impegno pubblico, la serietà e la dignità dei ruoli da ricoprire: da consigliere ad assessore , da semplice iscritto a dirigente di partito; manca soprattutto una visione del futuro , della città e dei suoi abitanti,del suo territorio: cosa si vuole che Sessa diventi per i prossimi 20 anni, e il suo territorio,le sue frazioni, i suoi giovani,quali prospettive?quali indirizzi dare ?
Mentalità dinamiche,di progresso,rivolte al futuro ,nuova linfa vitale è ciò che serve , ma tutto questo come lo si può trovare visto che la politica è così disprezzata, così mortificata dai suoi principali protagonisti?
In ultimo, non mi rassicurano per niente i nomi di tecnici che circolano sulla stampa: si ricorre prevalentemente ad insegnanti o a medici in questo paese; ma è ciò che ha sempre fatto la DC o no? Basta con l'ecumenismo scolastico alla Meschinelli!
Si dia spazio alle innumerevoli risorse umane ,atipiche e variegate che la realtà di oggi offre :arti,mestieri,professioni,si vada a cercare tra i tanti concittadini che ogni giorno dimostrano qualità umane,intellettuali e professionali ma soprattutto che abbiano mentalità e modi di pensare anticonformisti,che abbiano idee e tanta voglia di fare!
Grazie per il vostro blog
paolo gramegna
Cari Marianto e Paolo,
vi rispondo da semplice iscritto e militante di Rifondazione, in quanto tutti i post che pubblichiamo rispecchiano quello che è il sentire comune all’interno del nostro partito.
La modesta e sintetica analisi che abbiamo pubblicato è, come sottolineiamo, un’analisi “veloce” su ciò che sta succedendo in amministrazione. Se abbiamo ritenuto giusto condensare è sia perché volevamo dare una chiara e veloce idea di cosa ne pensiamo a riguardo dell’annosa questio sia perché crediamo che, giunti a questo punto, ci sia ben poco da dire e da fare.
La strada intrapresa dal sindaco Di Meo, oramai ufficializzata, è l’unica possibile: o questo o si torna al voto.
Certo, è solo l’inizio, nel senso che tocca ora a lui dimostrare la discontinuità con l’impronta che alcuni della maggioranza hanno voluto dare a questa amministrazione fino ad oggi.
Non penso, come dice Paolo, che Di Meo voglia seguire la filosofia “ecumenico scolastica”, credo, e lo speriamo tutti, voglia, con coraggio, dimostrare che nel centro sinistra possano esserci delle figure che sappiano amalgamare le conoscenze tecniche con l’agire politico.
Per quanto ci riguarda, se i nuovi incaricati saranno solo tecnici noi non potremo fare a meno del dubbio (ho sempre avuto difficoltà a capire, per esempio, se nel settore sanità il tecnico sia il medico o il paziente…), così come se saranno solo politici, come successo nella prima fase di questa amministrazione. Ribadisco, nel nostro modesto concetto di democrazia, i partiti continuano ad esserne elemento fondamentale, ma oggi è evidente che il concetto partito è qualcosa di estremamente volgarizzato, e questo a colpa di chi oggi i partiti li crea e li gestisce (a propria immagine e somiglianza…).
Così crediamo che una buona dose di conoscenze settoriali contaminate da un’idea politica ben precisa di sviluppo della società, sia l’unica via percorribile, non escludendo nemmeno la possibilità, come sottolineiamo nel documento, di allontanarsi anche di qualche chilometro, anche se siamo certi che nel nostro territorio alberghino figure di serio spessore.
In ultimo grazie per i commenti, ci fa piacere sapere che qualcuno ci legge e soprattutto ha voglia di dialogare, anche criticamente, con noi…
Silvio Izzo
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