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venerdì 27 giugno 2008

Tommaso Sodano ex presidente Commissione Ambiente Senato

«La logica dell'emergenza rifiuti
serve a operare fuori dalle regole,
saltando il controllo democratico»

Gemma Contin
Tommaso Sodano è stato presidente della Commissione Ambiente del Senato e ha fatto parte della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
Dopo le uscite di Berlusconi sul ricorso all'esercito per imporre la discarica agli abitanti di Chiaiano e per "difendere" l'inceneritore di Agnano, gli abbiamo chiesto cosa ne pensa, sapendo che le dichiarazioni del premier non sono sproloqui dovuti a un colpo di calore, ma un "modus operandi" già stabilito, con il coinvolgimento degli alti gradi militari, come emerge da un'intervista alla "Repubblica" di Napoli rilasciata dal generale dell'esercito Franco Giannini, capomissione in Campania del sottosegretario Bertolaso.

Berlusconi avverte che sabato manderà l'esercito; il generale Giannini è già operativo sul campo. Siamo alla militarizzazione del territorio come non è avvenuto neppure in Sicilia contro la mafia. Qual è il clima?
Il clima è di grande preoccupazione da parte dei cittadini campani che non ne possono più di vivere in mezzo asi rifiuti abbandonati per le strade dall'autunno del 2007. Questa è la più lunga di tutte le emergenze che abbiamo registrato dal 2001, quando la Commissione d'inchiesta ha cominciato a occuparsi della questione rifiuti. Su questo si sta costruendo la strategia dell'emergenza perché siamo arrivati a un punto che qualsiasi cosa il governo decida di fare sa di poter ottenere un grande consenso.

Ha promesso di risolvere il problema.
Ma il problema non si risolverà in questo modo, senza un'opposizione in Parlamento che dica come stanno le cose e, purtroppo, con un accordo tacito con il Pd e con le amministrazioni locali che non hanno saputo e non sanno come venirne fuori.

Regione province e comuni hanno abdicato?
Anche la sinistra che è nelle giunte locali ha in pratica avvallato il piano, e noi viviamo una situazione di grande sofferenza perché siamo costretti a subirlo e non possiamo neanche dire che è sbagliato e non servirà. A leggere quello che c'è scritto nel decreto si capisce che non può funzionare, che ci sono contraddizioni e vuoti normativi molto gravi.

Ad esempio?
Perché fondandosi sostanzialmente sugli inceneritori - ben quattro in Campania - nessuno dice ad esempio come saranno smaltite le ceneri. Perché dichiarando che la raccolta differenziata raggiungerà il 40% nel 2009, cioè tra qualche mese, e il 50% nel 2010 - e oggi siamo attorno al 10% - si sa già che non sarà così. A Napoli hanno stabilito incentivi che riguardano qualche migliaio di famiglie, ma non è con la raccolta differenziata di 20 mila persone che si ottengono quegli standard. Allora si sa in anticipo che la politica dei rifiuti sarà centrata sull'incenerimento ad alto potenziale, con gravi errori di valutazione sulle dislocazioni. L'inceneritore di Agnano sorgerà in piena zona flegrea, dentro il parco del Vesuvio. Oltretutto sarà necessario intervenire sul piano regolatore.

La logica dell'emergenza serve a questo?
La logica dell'emergenza serve a stravolgere il piano regolatore, derogare dalle norme urbanistiche, consentire a Bertolaso di operare fuori dalle regole, saltare il controllo democratico. E serve a far passare quattro inceneritori entro il 2010, ma ciò significa che non si crede a una raccolta differenziata al 50% e che tutto dovrà essere bruciato. E se io mi permetto di dire che il piano è sbagliato, che stravolge trent'anni di lotte ambientali, passo per chi non ha saputo e non vuole risolvere il problema. Se c'è una frana si sa che bisogna affrontare il pericolo immediato, ma questa non è una frana, è un terremoto.

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